Che cos’è, a che cosa serve e come funziona una superficie antidecubito

Che cos’è un dispositivo antidecubito?

Che cos’è, a che cosa serve e come funziona una superficie antidecubito

Un sistema antidecubito (“superficie antidecubito”) è un supporto la cui funzione principale consiste nel prevenire l’insorgenza delle lesioni da pressione o, in caso di lesioni già insorte, nel coadiuvare il processo di guarigione

Per essere efficace, la superficie antidecubito deve intervenire sulle cause che provocano l’insorgenza delle lesioni da pressione gestendo sia la redistribuzione della pressione tra le aree cutanee esposte e la superficie di appoggio che le forze di scivolamento e attrito.

Deve, inoltre, contribuire al controllo del microclima (temperatura e umidità dell’ambiente in cui si trova il paziente) e al mantenimento di una postura adeguata.  

Tipici esempi di sistemi antidecubito sono le superfici tecnologiche e i cuscini tecnologici che consentono l’adattamento della superficie di appoggio all’anatomia del paziente. A seconda delle condizioni di salute di quest’ultimo e dello stadio di gravità di eventuali lesioni già presenti, occorre valutare la tipologia di superficie più adatta al caso, adottando eventualmente più dispositivi.

Poiché la scelta del sistema antidecubito più idoneo alle specifiche esigenze del paziente ha un rilievo significativo sia per la prevenzione dell’insorgenza delle lesioni da pressione, sia come coadiuvante nel trattamento, è consigliabile valutare l’appropriatezza dei diversi presidi rivolgendosi a professionisti di settore specializzati in Wound Care, che sapranno indicare le tipologie e le combinazioni più adeguate (ed efficaci).

I sistemi antidecubito: tipologie e funzionamento

Tra i sistemi antidecubito di maggiore impiego rientrano le superfici antidecubito. In commercio se ne trovano diverse tipologie, classificabili a seconda del materiale e del tipo di funzionamento. Esistono, per esempio, superfici che lavorano sia a bassa pressione continua, che consentono il controllo della pressione all’interno delle celle in base al peso e alla posizione del paziente, che a bassa pressione alternata cioè le celle si gonfiano e si sgonfiano automaticamente a intervalli di tempo prestabiliti.  

Va sottolineato che, nei pazienti considerati a rischio di sviluppare lesioni, il cuscino antidecubito costituisce un ausilio preventivo di rilievo perché migliorano la postura e il livello di stabilità della seduta.

A parità di obiettivo (tutti i sistemi antidecubito high tech hanno lo scopo di redistribuire le pressioni e di ridurne l’impatto sulle aree cutanee più esposte al rischio di lesione), il loro funzionamento varia a seconda del modello e del materiale prescelti. Tra le caratteristiche tecniche da tenere presenti per valutarne l’efficacia si possono citare altezza, densità, resilienza, capacità di affondamento, ed “effetto memoria” cioè la facoltà di modellarsi esattamente in base al corpo e al peso del paziente. 

Le superfici antidecubito si suddividono in due principali categorie: superfici statiche e superfici dinamiche.

Superfici antidecubito statiche 

Un sistema antidecubito statico è composto da una superficie statica (materasso) che si differenzia dal materasso standard per la densità e per il materiale da cui è composto (solitamente in poliuretano).

Indicato per i pazienti a basso rischio d’insorgenza di lesioni da pressione, garantisce la redistribuzione e il controllo delle pressioni grazie all’“effetto memoria”.

Deve disporre di una cover (copertura di rivestimento in tessuto tecnico) traspirante, permeabile ai vapori e impermeabile all’acqua, facilmente sanificabile. 

Superfici antidecubito dinamiche

Una superficie antidecubito dinamica è composta da una serie di elementi (detti “celle”) che, per mezzo di un compressore a cui il presidio è collegato tramite un connettore, si gonfiano e si sgonfiano in modo alternato; in tal modo la persona distesa appoggia ora sugli uni ora sugli altri, alternando le parti del corpo sottoposte a compressione.

È inoltre dotato di speciali sensori che garantiscono, all’interno delle celle, l’afflusso dell’adeguata quantità di aria e, di conseguenza, un livello di pressione modulato sul peso e sulla morfologia anatomica del paziente.

Ne risulta così uno scarico delle pressioni di contatto, sempre al di sotto dei normali parametri di occlusione capillare.

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