Che cosa sono le lesioni da pressione
Le lesioni da pressione (LdP), in base alla definizione dell’EPUAP (European Pressure Ulcer Adivsory Panel), sono ferite localizzate alla cute o ai tessuti sottostanti. Possono interessare lo strato più superficiale della pelle, il derma, gli strati sottocutanei, fino a raggiungere – nei casi più gravi – muscolatura e struttura ossea, coinvolgendo quindi il muscolo, la cartilagine e l’osso.
Sono molto diffuse negli anziani costretti a lunghi periodi di degenza a letto e in generale tra i soggetti fragili costretti all’immobilità.
Le lesioni da pressione interessano in genere le aree di tessuti molli che rivestono le sporgenze ossee, ovvero quelle più sensibili alla compressione con le superfici esterne di appoggio (come materassi e cuscini). Tendono quindi a formarsi nelle zone del corpo come l’occipite, il sacro e i talloni in caso di posizione supina, gomiti e fianchi in caso di posizione laterale, scapole, rachide e ischio in caso di posizione seduta, ma anche naso e guance in caso di posizione prona.
Perché si chiamano lesioni da pressione
Ai fini di una definizione esauriente, possono essere utili un paio di precisazioni sulla terminologia. Se un tempo si parlava di “piaghe da decubito”, la nomenclatura scientifica suggerisce oggi il termine “lesioni da pressione” perché descrive in modo più corretto la fisiopatologia del fenomeno, cui concorrono una molteplicità di cause (non solo il decubito, e cioè la posizione del paziente allettato). Per quanto riguarda il termine “ulcere”, è preferibile sostituirlo con “lesioni” perché le fasi iniziali del disturbo non implicano necessariamente ulcerazioni.
Lesioni da pressione e categorie di gravità
Classificate a seconda della gravità, le lesioni da pressione vengono di conseguenza suddivise in diverse categorie (stadi) che consentono di misurare il grado di danneggiamento del tessuto.
Nel corso degli anni la ricerca ha elaborato vari sistemi di classificazione, il più diffuso dei quali si deve al National Pressure Injury Advisory Panel (NPIAP), che individua 4 categorie di gravità + 2 ulteriori classificazioni
- Categoria 1: è caratterizzata da un eritema cutaneo non regredibile alla digito pressione. La cute si presenta ancora integra. La porzione cutanea interessata può essere dolente e presentare una temperatura maggiore o minore rispetto alle aree adiacenti e una differente consistenza al tatto, più dura o morbida.
- Categoria 2: la lesione è ancora poco profonda e il tessuto sottocutaneo non ancora esposto. Il colore varia dal rosa al rosso e la pelle è a spessore ridotto, con una parziale perdita dello strato epidermico che si manifesta sotto forma di erosione o vescica.
- Categoria 3: comporta il danneggiamento del tessuto sottocutaneo, presentandosi come ulcere con perdita cutanea significativa di tessuto, senza tuttavia interessare la struttura muscolare né quella ossea.
- Categoria 4: è caratterizzata dall’esposizione di muscoli, tendini e ossa, visibili e direttamente palpabili. La perdita cutanea, a tutto spessore, può includere lo scollamento dei tessuti e interessare altre strutture di supporto.
- Lesione non stadiabile: sono le lesioni che presentano una perdita di tessuto a spessore totale in cui la base dell'ulcera è coperta da tessuto devitalizzato (slough giallo, marrone chiaro, grigio, verde o marrone) e/o escara (marrone chiaro, marrone o nero) nel letto della ferita.
- Sospetto danno profondo: area localizzata di colore viola o marrone di cute intatta scolorita o flittene pieno di sangue, dovuta al danno sottostante dei tessuti molli causato dalla pressione e/o dalle forze di taglio. L'area può essere preceduta dalla presenza di tessuto doloroso, solido, pastoso, melmoso, più caldo o più freddo rispetto al tessuto adiacente.
Va precisato che la suddivisione della gravità in categorie non presuppone la progressione delle lesioni in modo lineare, dal numero 1 al numero 4. Alcune lesioni, infatti, presentano un danneggiamento profondo dei tessuti già in fase iniziale. Analogamente, il processo di cura e guarigione non sempre comporta una regressione linearmente decrescente, dal numero 4 al numero 1.
Lesioni da pressione: un fenomeno diffuso
Le lesioni da pressione continuano ad avere un’incidenza di rilievo, che interessa principalmente la popolazione anziana con problemi di mobilizzazione. Se le percentuali maggiori si riscontrano nei pazienti in reparti ospedalieri per patologie in fase acuta e in RSA, un grado di incidenza significativa riguarda anche l’ambito domiciliare. È quindi molto importante conoscere le cause, sapere quali sono i metodi di prevenzione e come funzionano i sistemi antidecubito.