La gestione delle lesioni cutanee nel neonato e nel bambino
Nell'ambito delle cure neonatali e pediatriche, la pelle delicata dei bambini rappresenta una sfida estremamente importante, in particolare per la prevenzione delle lesioni da pressione nei bambini.
L’immaturità cutanea dei più piccoli, associata ad altri fattori esterni e all'eventuale utilizzo di dispositivi medici, aumenta notevolmente il rischio di sviluppare lesioni da pressione, specie durante ricoveri ospedalieri.
Le caratteristiche peculiari della cute di neonati e bambini
La cute di un neonato non è paragonabile a quella di un adulto: essa è, al contrario, molto fragile a causa del processo di maturazione non ancora completo, per cui il tessuto tegumentario non ha acquisito tutte le proprietà della cute matura. La pelle dei neonati/bambini molto piccoli risulta, infatti, sottile, con uno strato corneo sottosviluppato o in alcuni casi assente: per questi motivi, essa è particolarmente suscettibile alle infezioni.
Non solo: la pelle molto giovane può soffrire di una maggiore disidratazione. I piccoli pazienti sono fisiologicamente più esposti alle alterazioni idro-elettrolitiche: il rapporto tra contenuto di acqua e superficie corporea, associato alle esigenze metaboliche (infezioni e febbre) fanno aumentare il rischio di disidratazione.
La perfusione periferica diminuisce, a causa di ipovolemia e vasocostrizione, le cellule vanno incontro a ipossia e la cute perde la sua importante funzione di barriera. L’alterazione della tolleranza dei tessuti molli ai vari stress può, inoltre, essere influenzata dal microclima, dalla nutrizione, dalle comorbilità e dalla stessa condizione dei tessuti molli (The National Pressure Ulcer Advisory Panel (NPUAP),2016; Schindler et al. 2011).
Lesioni da pressione nei neonati
Gli studi sull’argomento e i dati provenienti dalle analisi epidemiologiche pubblicate negli ultimi anni evidenziano che anche i neonati sviluppano Lesioni da Pressione soprattutto durante il ricovero ospedaliero e in tutti quei contesti in cui si manifestano condizioni critiche e/o sono costretti all’immobilità. Si stima una prevalenza di LdP tra i bambini ospedalizzati tra lo 0,47% e il 13,1% nei reparti di degenza, fino ad arrivare al 27% nelle terapie intensive pediatriche e neonatali.
Nel neonato ricoverato, infatti, l’immaturità cutanea comporta un aumento del rischio di insorgenza di lesioni (Tengattini et al., 2015) causate dagli interventi di monitoraggio, dalle attività cliniche terapeutiche e assistenziali, dalle procedure invasive, dal posizionamento di dispositivi medici multipli e da eventuali interventi chirurgici.
A livello psicosociale, inoltre, i bambini più piccoli dipendono dal caregiver nell’esecuzione di tutti quei movimenti in grado di proteggere la cute da un’eccessiva stimolazione esterna, oltre a non essere in grado di comunicare l’eventuale sensazione di disagio o di dolore.
Scale di valutazione del rischio delle LdP nei bambini
Le scale di valutazione del rischio di sviluppare lesioni da pressione utilizzate per i neonati/pediatrici attualmente sono circa 10, tuttavia solo la Braden Q, la NSRAS e la Glamorgan sono state testate per sensibilità e specificità.
La Scala di Glamorgan può essere applicata a tutte le età pediatriche ed è completa in termini di item e di parametri. La sua specificità è stata messa in risalto anche dalle L.G. NPUAP. La scelta di questo strumento viene giustificata dalla presenza di item riferiti non soltanto a fattori di immobilità ma anche all’influenza o meno di device e dispositivi medici.
La Braden Q Scale deriva dalla Scala di Braden per la valutazione del rischio di sviluppare LdP nell’adulto, in versione adattata al bambino
La NSRAS è una scala di valutazione rivolta in particolare al neonato, e quindi potrebbe essere la migliore per la sua applicazione specifica al target di interesse. Tuttavia, presenta item di riferimento relativi solo a condizioni fisiche generali, stato mentale, mobilità, attività, nutrizione, umidità, e non alla presenza o meno di device.
Nessuno strumento può tuttavia essere ritenuto superiore agli altri, e non è noto se l’applicazione delle scale di valutazione del rischio di lesioni da pressione nei bambini riduca realmente l’incidenza LdP nella popolazione neonatale e pediatrica: i vari autori suggeriscono che probabilmente il giudizio clinico è più efficiente nella valutazione del rischio di lesioni da pressione rispetto all’applicazione di punteggi di scale di rischio.
In generale, i fattori di rischio considerati più importanti sono:
- l’età gestazionale < 32 settimane;
- la compromissione vascolare o la scarsa perfusione tissutale (raffreddamento e inotropi);
- una danneggiata percezione sensoriale e neurologica;
- l’immobilità dovuta alla patologia e/o sedazione (rilassamento muscolare);
- la presenza di sepsi, edema, disidratazione;
Gli obiettivi della prevenzione sono rivolti a salvaguardare l’integrità cutanea, a prevenire la formazione di LdP o di skin tear e a proteggere la cute in prossimità delle prominenze ossee.
Il ruolo dei device nell’insorgenza delle LdP in età pediatrica
Nei neonati pretermine, le cause di lesioni da pressione device-correlate sono causate da dispositivi quali:
- saturimetro
- tracheostomia
- cavi
- cateteri
- braccialetto identificativo
- tubo naso gastrico
- tubo endotracheale
Si stima che siano circa il 34% le lesioni device correlate.
Baldwin identifica nella sedazione, nell’ipotensione, nella sepsi, nel danno alla colonna vertebrale, nei device di trazione e nelle malattie terminali i maggiori fattori di rischio. I pazienti con spina bifida e paralisi cerebrale, inoltre, hanno un rischio aumentato a causa della loro mobilità compromessa, e anche i piccoli pazienti candidati a intervento di bypass cardiopolmonare sono ad aumentato rischio di sviluppo di lesioni da pressione.
I principali problemi relativi alla gestione delle LdP nel neonato/bambino sono dovuti alla mancanza dell’applicazione di un metodo univoco e preciso di valutazione del rischio di sviluppare le lesioni da pressione durante la permanenza nei reparti intensivi, oltre alla soggettività della valutazione stessa nell’applicazione delle scale.
È dunque molto importante identificare uno strumento adeguato al target dei piccoli pazienti che possa aiutare i professionisti nel riconoscimento precoce del rischio e nella formulazione di decisioni terapeutiche condivise, tramite una sistematizzazione della valutazione, come già accade per il paziente adulto.
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PROCEDURA AZIENDALE “PER LA PREVENZIONE E LA GESTIONE DELLE LESIONI DA COMPRESSIONE IN AMBITO NEONATALE” U.O.C. NEONATOLOGIA E TERAPIA INTENSIVA NEONATALE Direttore f.f. Dott.ssa Susanna Di Valerio – Anno 2020