Le superfici antidecubito

Le superfici antidecubito

Quando si parla di prevenzione delle Lesioni da Pressione è immediata l’associazione ai cosiddetti “materassi antidecubito”, preziosi strumenti per la lotta a questa patologia.

Si tratta in realtà di veri e propri dispositivi medici (DM), che pertanto sono disciplinati, a livello europeo, dal Regolamento (UE) 2017/745 e in Italia dal Decreto legislativo 137/2022 che ha l’obiettivo di adeguare la norma nazionale alle disposizioni dettate dal Regolamento (UE) 2017/745, oltre a dare applicazione alle delega contenuta nella Legge 22 aprile 2021, n. 53 (Legge di delegazione europea 2019-2020).

Cos’è una superficie (materasso) antidecubito

Le superfici antidecubito genericamente chiamate materassi sono i presidi medici che attualmente costituiscono la componente basilare nella strategia di prevenzione dell’insorgenza delle lesioni da pressione, e in alcuni casi coadiuvanti il processo di cura delle lesioni già presenti.

I presidi antidecubito generalmente consistono in:

  • sovramaterassi: superfici o coperture che vengono posizionate sopra il materasso standard e che, per poter essere definite antidecubito, devono avere un’altezza minima di 12 cm (come definito dalle Linee Guida EPUAP/NPUAP e dal nomenclatore tariffario del 2017);
  • superfici completamente sostitutive del materasso standard con altezze variabili da 15 a 23 cm circa;
  • letti dinamici (integrati letto e materasso) che sostituiscono il letto ospedaliero;
  • talloniere e gomitiere sagomate e progettate per la protezione dei talloni e dei gomiti;
  • cuscini e cuscini da seduta per sedie a rotelle o sedute.

Un presidio antidecubito efficace deve poter intervenire attivamente sulle cause estrinseche determinanti una lesione cutanea quindi, ridurre la pressione del corpo sul piano di appoggio, le forze di attrito, le forze di taglio e di stiramento, la dispersione di calore e l’umidità, nonché garantire il mantenimento di una postura idonea. Nella scelta del presidio antidecubito occorre, inoltre, considerare anche le caratteristiche tecniche della cover di copertura della superficie e del comfort per il paziente (Cornaggia A, 2009).

Nonostante si sia sempre sostenuta la necessità di effettuare il riposizionamento manuale del paziente a rischio di sviluppare lesioni da pressione, la pandemia Covid-19 (ancora in atto) ha dimostrato che tutti i pazienti che erano costretti in posture obbligate, dotati di superfici antidecubito altamente performanti, non hanno sviluppato lesioni da pressione nelle zone d’insorgenza “classiche”, ma hanno sviluppato lesioni device-correlate.

Scegliere il miglior dispositivo antidecubito

Un presidio antidecubito è, insomma, un dispositivo medico atto a ridurre o scaricare la pressione esercitata dal corpo su una superficie apposita attraverso differenti modalità (Cornaggia A, 2009). Con “scarico della pressione” ci si riferisce a ogni atto, azione o superficie di supporto in grado di ridurre la pressione e portare a una corretta ridistribuzione della stessa sulla superficie corporea (Cornaggia A, 2009). Inoltre, il piano assistenziale di un paziente a rischio di sviluppare lesioni da pressione deve comprende il corretto, periodico e personalizzato (ri)posizionamento manuale da parte del personale sanitario, oltre al trattamento delle ulcere già presenti (RCN, 2005).

Ma non è semplice comprendere quale sia la superficie da adottare nei diversi setting assistenziali considerando tutti i prodotti che sono presenti sul mercato. L’ampia gamma di supporti antidecubito disponibili, unita all’eterogeneità dei costi, rende più complessa per gli operatori sanitari la scelta della migliore superficie; al contrario, una decisione oculata e condivisa sul più appropriato dispositivo potrebbe favorire l’ottimizzazione e la personalizzazione delle cure, tutelare la sicurezza e il benessere del paziente, garantendo un buon utilizzo delle risorse fruibili senza perdita di qualità dell’assistenza infermieristica.

Perché è importante usare le giuste superfici antidecubito

Tutte le revisioni sistematiche in tema di dispositivi antidecubito pubblicate dal 2000 al 2015 (Cullum N et al., 2001; Nicosia G et al., 2007; McInnes E et al., 2008; 2011; 2015) hanno dimostrato che la loro efficacia è superiore rispetto ai materassi standard presenti negli ospedali. In particolare, la riduzione percentuale del rischio relativo di insorgenza di ulcere da pressione ottenibile con presidi antidecubito SAD (Superfici antidecubito), BPC (bassa pressione continua) e PA (pressione alternata) è pari rispettivamente al 60%, al 62% e al 69%.

Le stesse revisioni suggeriscono, poi, l’utilizzo di antidecubito specifici per pazienti ad elevato rischio d’insorgenza di lesioni da pressione, in quanto più efficaci dei materassi standard.

L’utilizzo di routine delle scale di valutazione del rischio d’insorgenza di lesioni e l’assegnazione del dispositivo in base al relativo cut-off può comportare un uso inefficiente delle misure di prevenzione (RCN, 2005).

Tuttavia, il giudizio clinico, le condizioni del soggetto, gli stili e le abitudini di vita, le esperienze precedenti di lesioni da pressione sono tutti elementi che dovrebbero essere considerati in sede di assegnazione del migliore dispositivo antidecubito, stante il fatto che al modificarsi del contesto clinico assistenziale la sua tipologia può cambiare (RCN, 2005).

Limiti dei dispositivi e delle conoscenze sulle LdP

Bisogna però evidenziare che i dispositivi antidecubito potrebbero non adattarsi correttamente al paziente a causa del design generico e della limitata gamma di dimensioni. I materiali di fabbricazione possono, ad esempio, presentarsi rigidi e non adattabili alla forma anatomica del corpo umano, causando distorsioni cutanee localizzate quando interagiscono con la pelle e i tessuti molli sottostanti. Molti individui, infatti, presentano comorbidità che limitano la loro tolleranza ai carichi meccanici su siti vulnerabili della pelle e dei tessuti molli e/o portano a edema incontrollato e ad un microclima tissutale locale ostile.

Non di minore importanza, la mancanza di conoscenze adeguate da parte degli operatori sanitari sui dispositivi antidecubito, sul loro utilizzo, fissaggio, montaggio, manutenzione e sanificazione.

Bibliografia

Efficacia dei dispositivi antidecubito nella prevenzione delle ulcere da pressione. Sinossi di revisioni sistematiche. Paolo Lamonica1, Luca Giuseppe Re2, Maura Lusignani. L’infermiere, 2017;54:2:e16-e25

Device-related pressure ulcers: SECURE prevention Amit Gefen, Paulo Alves, Guido Ciprandi, Fiona Coyer, Catherine T Milne, Karen Ousey, Norihiko Ohura, Nicola Waters, Peter Worsley Published Online:18 Feb 2020https://doi.org/10.12968/jowc.2020.29.Sup2a.S1

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