Le lesioni da pressione nei dipartimenti di Emergenza-Urgenza tra criticità attuali e possibili soluzioni
L’incidenza delle lesioni da pressione all’interno dei dipartimenti di Emergenza/Urgenza è spesso un dato sottostimato e sottovalutato, pur essendo in realtà determinante. In letteratura ne viene riportato un incremento nell’ultimo decennio, e ciò può essere considerato conseguenza diretta di alcuni cambiamenti sociodemografici, tra cui:
- la carenza di personale sanitario dedicato e risorse.
- l’invecchiamento della popolazione anziana e delle cronicità (i pazienti di età superiore ai 60 anni rappresentano quasi il 24% di tutte le visite al pronto soccorso in tutto il mondo);
- le criticità cliniche gravi che rendono il paziente scarsamente mobile e autonomo;
- la scarsa preparazione specifica relativa alle lesioni da pressione degli infermieri di pronto soccorso;
Santamaria et al riportano un’incidenza di lesioni da pressione (LDP) tra 3,1% e 13,1% tra i pazienti accedenti nei dipartimenti di Emergenza con gravi condizioni cliniche o politraumatizzati. Dugareth et al riportano invece una prevalenza del 12,8% di lesioni da pressione all’ingresso in Pronto soccorso, e 19,1% alla dimissione con una maggiore incidenza per gli stadi I e II.
È ormai noto che i pazienti più suscettibili allo sviluppo di lesioni da pressione siano il paziente anziano fragile e il paziente in condizioni cliniche critiche predisponenti, facenti parte al tempo stesso di quella categoria di pazienti che più comunemente accedono nei dipartimenti di Emergenza-Urgenza e da qui il collegamento è diretto.
LDP in Pronto Soccorso: è necessario un nuovo approccio?
Una lesione può svilupparsi in poche ore di permanenza a letto (gli studi riportano un intervallo di tempo minimo di 2-3 ore); pertanto, il ruolo degli operatori sanitari già nei Pronto Soccorsi diventa cruciale nella prevenzione delle lesioni da pressione. Eppure, poche sono le unità operative di Pronto Soccorso dotate di protocolli specifici mirati alla prevenzione/gestione delle lesioni da pressione.
La letteratura riporta studi che mostrano che negli Stati Uniti nel 99,2% dei casi la permanenza in PS prima del ricovero in reparto di degenza supera le 2 ore e il dato risulta sovrapponibile in molti altri paesi nel mondo.
Un recente studio di prevalenza condotto in una struttura ospedaliera del Centro Italia ha mostrato una prevalenza di lesioni da pressione nell’unità operativa di Pronto Soccorso pari a circa il 30%, l’insorgenza delle quali non è nota, potenzialmente alcune tra queste già presenti al momento dell’accesso.
In Italia l’Osservatorio Simeu (Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza) ha condotto una survey su un campione significativo di Pronto Soccorso italiani mettendo a confronto i dati relativi all’anno 2019 (anno pre-pandemico, con circa venti milioni di accessi nazionali) con quelli relativi all’anno 2023 (18.000.000 di accessi, dati AGENAS). La survey ha rivelato una crescita esponenziale del numero di anziani (>80 aa) accedenti al Pronto Soccorso di 4 punti percentuali, e allo stesso tempo del numero di pazienti che eseguono più di un accesso durante l’anno (+3,5%). Questo dato, perfettamente in linea con quanto detto sopra, in Italia ha cause molteplici, relative anche alla disgregazione ancora attuale dell’assistenza a livello territoriale, alle esigenze cliniche sempre in aumento, alla carenza di risorse umane e materiali nel SSN. La situazione così rilevata ha una ovvia e allarmante conseguenza che è l’aumento del tempo medio di attesa in Pronto Soccorso per il ricovero in area medica, che ha avuto un incremento dal 2019 al 2023 del 25% (attesa media da 25 ore a 31 ore). La survey ha messo in luce, altresì, un incremento delle spese economiche medie direttamente collegate alla prolungata permanenza in Pronto Soccorso, associata alla complessità clinica-assistenziale dei pazienti e all’accuratezza diagnostico-terapeutica.
Gestione efficace del paziente a rischio in ospedale
Un approccio multidisciplinare nell’assistenza del paziente a rischio in ospedale, caratterizzato da:
- precoce risk assessment
- presidi antidecubito per gestire le cause esterne di insorgenza delle LdP
- mobilizzazione e uso di medicazioni profilattiche
- presidi per incontinenza
- educazione e formazione specifica al personale dedicato per aumentare la consapevolezza
è stato dimostrato in diversi studi come uno strumento realmente efficace nella riduzione dell’incidenza di lesioni da pressione.
Certamente si rende necessario l’attuazione concreta di un cambiamento rivoluzionario nella struttura stessa dei dipartimenti di ED e nella gestione dell’assistenza territoriale al paziente. Nel frattempo, tuttavia, è necessario fornire delle risposte immediate e concrete a coloro i quali accedono in PS per evitare che incorrano in complicanze che possano ulteriormente aggravare il proprio stato di salute.
Il ruolo dell’innovazione nella lotta contro le lesioni da pressione
Service Med, azienda leader nella produzione e nella distribuzione dei sistemi antidecubito, da sempre sensibile alle esigenze dei singoli pazienti ha realizzato un prodotto totalmente innovativo e customizzato per fronteggiare questa emergenza sanitaria.
Il sistema antidecubito ad aria “reale” di Service Med possiede le stesse caratteristiche e funzioni dei sistemi antidecubito ospedalieri ad alta performance e rappresenta la soluzione ideale per la prevenzione di lesioni da pressione in pazienti ad alto rischio all’interno di un’unità operativa critica come il Pronto Soccorso.
Il presidio, infatti, è dotato di 18 celle ad aria realizzate in poliuretano, la cui altissima qualità minuziosamente scelta garantisce adeguati traspirabilità e microclima, oltre che un ottimale avvolgimento e adeguamento alla morfologia del paziente che assicura la riduzione delle pressioni di contatto al di sotto della POC (pressione di occlusione capillare) per il 100% del tempo di utilizzo.
Il sistema è in grado di fornire una terapia a pressione alternata o in bassa pressione continua in base alle necessità cliniche singolari anche in assenza di corrente elettrica, per permettere lo spostamento del paziente sulla superficie nel caso si renda necessario (indagini diagnostiche etc.); ciò grazie ad un modulo di alimentazione ausiliaria a batteria in grado di garantire il funzionamento del sistema anche in assenza di tensione di rete fino a 6 ore.
Le dimensioni del prodotto sono state studiate e realizzate su misura al fine di adattarsi perfettamente ai letti da corsia presenti sul mercato.
L’intero sistema è controllato da sensori ad elevata tecnologia che interagiscono costantemente con il paziente, inviando le informazioni al microprocessore che provvede a regolarizzare le pressioni di esercizio mantenendole come nelle impostazioni. Progettato per facilitare il lavoro agli operatori sanitari, il prodotto è dotato di un’unità di controllo, dal design innovativo e compatto, caratterizzata da comandi immediatamente riconoscibili che agevolano la comprensione da parte dell’operatore delle funzionalità e degli allarmi di manutenzione. Quest’ultima è realizzata, inoltre, in materiale antibatterico Autotex AM, al fine di offrire una protezione da numerosi batteri, quali MRSA, Escherichia coli e Salmonella spp, e che sia valida e garantita per l’intera vita del prodotto. Questo per ridurre il rischio di un ulteriore evento avverso prevenibile che è lo sviluppo di infezioni crociate correlate all’assistenza.
È stata condotta una survey presso un Pronto Soccorso del Nord Italia in merito all’uso di questo dispositivo: il 60% dell’ER staff ha riferito una buona risposta in termini di facilità d’uso del dispositivo, gestione del paziente, comfort e gestione dello specifico e particolare ambiente. Il più alto livello di soddisfazione è stato raggiunto nel 50% della survey. I risultati ottenuti da questa raccolta dati sottolineano l’importanza della connessione tra le esigenze cliniche e lo sviluppo di medical device personalizzati.
Grazie ad innovazioni come questa possiamo essere in grado di fronteggiare criticità e debolezze proprie dei dipartimenti di Emergenza-Urgenza dimostrando la nostra partecipazione sempre attiva nella lotta contro le lesioni da pressione.
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