La cura delle lesioni in ambiente a pressione negativa
La pressione topica negativa nella gestione di ferite croniche e di difficile guarigione
Generalmente le ferite cutanee evolvono verso la guarigione in breve tempo, ripristinando le condizioni antecedenti alla lesione; purtroppo, a volte questo non si verifica e il percorso di cura diventa particolarmente lungo e complesso, senza portare alla completa guarigione.
Queste lesioni che non guariscono comportano ovviamente un impatto negativo sullo stato di salute e sulla qualità della vita dei pazienti. Le ferite di difficile guarigione possono riguardare lesioni acute o croniche causate da eventi diversi, spesso in associazione ad altre patologie, infezioni o patologie croniche ed esiti cicatriziali.
In questo senso si possono distinguere:
- FERITE ACUTE:
- traumi
- ustioni
- FERITE CRONICHE:
- ulcere da pressione
- ulcere diabetiche
- ferite deiscenti
- ferite infette
- FERITE CHIRURGICHE:
- trapianti di cute
- preparazione del letto della ferita
Tra i diversi trattamenti oggi utilizzati nel Wound Care, la terapia a pressione negativa rappresenta una soluzione apprezzata e utile nei casi in cui la ferita non raggiunga risultati di guarigione significativi.
Cos’è la terapia in ambiente a pressione subatmosferica?
La cura della lesione in ambiente a pressione subatmosferica (o negativa), viene denominato in vari modi: NPWT (Negative Pressure Wound Therapy), TPN (Terapia Pressione Negativa), NPT (negative pressure therapy), tutti sinonimi corretti.
“Pressione subatmosferica” è un termine che designa una pressione inferiore a quella atmosferica normale. A temperatura ambiente e a livello del mare, un determinato volume di aria contiene molecole che si muovono a caso ed esercitano una forza che corrisponde alla pressione atmosferica normale di 760 mmHg. Per ottenere una pressione negativa basta allontanare le molecole gassose dall’area interessata (per es. il sito della ferita) creando un ambiente a pressione subatmosferica.
Per cura della lesione in ambiente a pressione subatmosferica si intende quindi un procedimento terapeutico composto da un’unità motore in grado di generare il vuoto e un serbatoio di raccolta fluidi corporei e materiali infetti. Il sistema si collega alla ferita mediante un tubo di drenaggio, e infine un kit medicazione dedicato in poliuretano idrofobo, garza antisettica o schiuma in polivinilalcol.
La cura della lesione in ambiente a pressione subatmosferica, funziona quindi sottoponendo il letto di ferita ad aspirazione, in questo ambiente artificialmente creato.
Obiettivi e vantaggi della cura delle lesioni in ambiente a pressione negativa (TPN)
Durante la cura a pressione negativa il letto di ferita viene sottoposto a tre attività principali:
- Rimozione del tessuto devitalizzato in eccesso (essudato, slough, materiali infetti).
- Contrazione della schiuma e conseguente riavvicinamento dei margini della ferita.
- Induzione di microdeformazioni nei tessuti della ferita, stimolando la proliferazione eaccelerazione della guarigione della ferita.
I principali obiettivi di questo tipo di trattamento sono dunque:
- Rimuovere l’essudato in eccesso che riduce l’efficacia della terapia, e ritarda la guarigione.
- Stimolare il miglioramento del letto di ferita, prima della chiusura chirurgica o l’innesto di un trapianto cutaneo.
- Ristabilire la vascolarizzazione del letto della ferita e/o favorire la formazione di tessuto di granulazione.
- Promuovere il progredire della guarigione quando le medicazioni tradizionali non danno risultati positivi.
Lesioni cutanee croniche e trattamento domiciliare: una soluzione praticabile
Il trattamento delle lesioni cutanee croniche generalmente viene attuato in strutture residenziali protette (ospedali, residenze sanitarie assistenziali, residenza per anziani). I nuovi piani assistenziali dell’organizzazione sanitaria stanno però spostando la gestione delle patologie croniche verso il territorio per riservare alle strutture ospedaliere l’assistenza sanitaria per acuti.
Il trattamento delle lesioni croniche è compreso tra quelli che possono essere praticati sul territorio con le cure domiciliari e può contare su numerose opzioni terapeutiche costituite da dispositivi medici di varia complessità.
Grazie alle sue caratteristiche e alla strumentazione richiesta anche la terapia a pressione negativa (TPN) rientra tra i trattamenti ad elevata specificità che possono essere impiegati con efficacia in ambiente domiciliare e senza necessità di ospedalizzazione. Una soluzione terapeutica in grado di offrire notevoli vantaggi sia in termini di intervento, che di gestione della terapia.
Bibliografia
- Linee guida, regione Emilia Romagna. Criteri per l’uso appropriato della Terapia a Pressione Negativa nelle ferite acute e croniche, novembre 2013
- European Wound Management Association (EWMA). Documento di posizionamento: La pressione topica negativa nella gestione delle ferite. London: MEP Ltd, 2007.
- Documento di Consenso World Union of Wound Healing Societies (WUWHS). Gestione delle incisioni chirurgiche chiuse
- Comprendere il ruolo della terapia a pressione negativa per le ferite [NPWT]. Wounds International, 2016