La fragilità nei luoghi di cura: riflessioni dall’evento dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli

Il 14 maggio 2025 abbiamo avuto il piacere di partecipare all'evento formativo "La fragilità nei luoghi di cura: riconoscerla, accoglierla, prevenirla" organizzato dall'Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli. L'iniziativa ha rappresentato un importante momento di confronto tra professionisti sanitari, educatori e figure del territorio, per riflettere insieme sul significato e la gestione della fragilità in tutte le sue dimensioni: fisica, psicologica, sociale e spirituale.
Una riflessione a tutto tondo sulla fragilità
L'evento si è concluso con i riflettori accesi sull'aspetto della “fragilità” a 360°. Si è parlato di fragilità del paziente, del parente, del caregiver, dell'operatore e della struttura sanitaria.
L'apertura dei lavori è stata affidata a Fra Gerardo D'Auria, Superiore Locale del FBF, e alla Dott.ssa Mariateresa Iannuzzo, Direttrice Sanitaria.

Fra Gerardo D'Auria ha sottolineato l'importanza della comunicazione nei luoghi di cura e della necessità di utilizzare le parole giuste al momento giusto, evitando categorizzazioni.

Riconoscere la fragilità: interventi e spunti di riflessione
Durante la sessione "Riconoscere la Fragilità", l'Assessore al Welfare di Napoli Luca Trapanese, meglio conosciuto sui social come il papà di Alba, ha evidenziato l'esigenza di fare rete tra la componente sociale e quella sanitaria. Ha sottolineato la necessità di lavorare insieme per condividere risorse, problemi e soluzioni.

Il Dott. Gennaro Pagano, psicologo, ha esordito con un esempio calzante: la vita è fragile e sugli oggetti fragili va riportata la scritta “Fragile, maneggiare con cura”. Questa scritta serve proprio a far capire che la fragilità deve essere trattata con cura e da qui nasce “l'azione di cura”. Secondo la sua esperienza, la persona fragile pretende, chiede e disturba perché è abituata a non essere considerata. Da questo nasce la categorizzazione del paziente: immigrato, indigente, povero, ecc. Il Dott. Pagano ha sottolineato, invece, l'importanza di accogliere la fragilità senza etichette, ricordando che è proprio la nostra stessa fragilità a renderci capaci di riconoscere quella altrui. Ha concluso citando Papa Francesco: "Tutti noi siamo vulnerabili, fragili, deboli e abbiamo bisogno di essere guariti".

Il Dott. Ciro Lillo ha illustrato i percorsi attivabili per una presa in carico globale della persona fragile, parlando del PUA (Punto Unico di Accesso), pensato per semplificare l'accesso dei cittadini ai servizi sanitari e assistenziali.

Accogliere la fragilità: il ruolo del territorio
Durante la sessione "Accogliere la Fragilità", il Dott. Alessandro Bresciani, Primario dell'U.O. di Medicina Complessa e moderatore, ha ribadito l'importanza di un'integrazione ospedale-territorio differente, che sia realmente efficace nel sopperire a tutte le esigenze del paziente fragile.
Le assistenti sociali, Dott.sse Palma Califano e Roberta Fedele, hanno condiviso esperienze concrete sulla possibilità di una reale integrazione territorio-ospedale, sottolineando come l'integrazione non sia più un'esigenza sporadica ma un obbligo per chi lavora, per accogliere la fragilità.
Il Dr. Giuseppe Monaco ha posto attenzione sui “grandi anziani” e sull'assenza delle famiglie, in quanto sempre più mononucleate. L'offerta relativa all'accoglienza del paziente fragile è cambiata e il futuro dovrà essere orientato alla costruzione di percorsi e strutture adeguate. I Fondi stanziati dal PNRR sono destinati sia a evitare la congestione dei Pronto Soccorsi, sia alla cura del paziente cronico con metodiche più efficaci e cure più specifiche. Il Dr. Monaco ha rimarcato la necessità di dimissioni protette programmate, vista la carenza di posti letto sul territorio campano.

Il Dr. Antonio Maddalena, responsabile dell'U.O.C. Cure domiciliari, terapia del dolore e cure palliative, ha reso noto che la Regione Campania con Delibera n. 807 del 19/04/2024 a supporto del DM 77/2022 ha pubblicato la Procedura Aziendale per le Dimissioni Protette. Ha giustamente fatto notare che i modelli di dimissione tra territorio ed ospedale sono differenti. L'ospedale prende in carico il paziente in base alla specializzazione del reparto di ricovero (cardiologia, piuttosto che medicina, ecc.) mentre il territorio ha la necessità di prendere in carico il paziente a 360° e lo fa attraverso il modello dell'intensità di cura. Inoltre, pone gli assistenti sociali come anello di congiunzione essenziale per la programmazione dei ricoveri sul territorio. Ha riportato l'esperienza Toscana che con la legge n. 22 (8/3/2000) e la successiva n. 40 (24/2/2005) prevede la strutturazione delle attività ospedaliere in aree differenziate, secondo le modalità assistenziali, l'intensità delle cure, la durata della degenza e il regime di ricovero, superando gradualmente l'articolazione per reparti differenziati secondo la disciplina specialistica. Una svolta epocale che mette territorio e ospedale sullo stesso livello, un vero cambio di paradigma.

Il Dr. Giuseppe Lubrano, Primario dell'U.O.C. Anestesia e Rianimazione, ha condiviso l'esperienza del paziente in rianimazione. Ha parlato della fragilità espressa attraverso paura, mancanza di famigliari e incertezza sull'evoluzione della situazione. Ha manifestato sostegno favorevole alla Pet Therapy nel reparto di rianimazione, così come — nel rispetto delle regole — a evitare orari prestabiliti d'ingresso per i parenti. Parlando di Rianimazioni aperte gli si illuminano gli occhi, la sua umanità si fa palpabile e arriva dritta al cuore raccontando l'esperienza del ricovero della madre.
Prevenire la fragilità: la sfida della documentazione e del linguaggio
La sessione pomeridiana "Prevenire la Fragilità", moderata dalla Dott.ssa Pentella, ha trattato il tema della prevenzione.
Lorella Rossetti ha ribadito l'importanza di tracciare ogni percorso di cura nella documentazione clinica, ricordando che la fragilità non è legata all'età ma riguarda chiunque si ricoveri. Ha parlato di metodi, strumenti, linguaggio e accertamento infermieristico per una pianificazione assistenziale efficace, sottolineando il ruolo imprescindibile del giudizio clinico.

La Dott.ssa Noemi Cammarota, psicologa, ha spostato l'attenzione sulla fragilità del caregiver, definendolo un "portatore di carezze". Ha descritto un contesto assistenziale complesso, in cui le responsabilità cambiano con l'età e la cultura del paziente, e sono spesso affrontate senza una formazione adeguata. Il caregiver viene definito come una "persona chiusa in un carcere a porte aperte": si prende cura di una persona fragile, portando sulle spalle un peso sociale, lavorativo ed emotivo. La dottoressa ha evidenziato il valore della medicina narrativa come strumento per raccogliere e comprendere i bisogni legati alla fragilità. Ha citato il libro L'arte di essere fragili di Alessandro D'Avenia, sottolineando come oggi si viva nell'illusione di dover essere perfetti a ogni costo, rifiutando qualsiasi forma di debolezza. L'autore, con uno stile limpido e autentico, invita ad accettare le proprie fragilità e a continuare a guardare il mondo con meraviglia, senza lasciarsi schiacciare dai limiti, ma cercando di vedere "l'infinito a cui rimandano".

Il Dr. Manlio Massaro, fisioterapista, ha ricordato l'importanza di limitare al minimo la fragilità motoria e ha citato studi che correlano la limitazione della mobilità nel paziente fragile all'inattività fisica. Ha menzionato la Clinical Frailty Scale come strumento utile nella valutazione del grado di fragilità.


Infine, la Dott.ssa Michelina Bardi e la Dott.ssa Alessandra Vernacchia hanno portato il loro contributo sulla Prevenzione delle Lesioni da Pressione. Michelina ha illustrato i fattori determinanti per la prevenzione delle lesioni da pressione, facendo riferimento alle Linee Guida ISS e sottolineando i diversi passaggi necessari a evitare le complicanze legate all'insorgenza delle LdP.