Pulizia e sanificazione dei materassi antidecubito: procedure, tempistiche, protocolli
Le superfici antidecubito (materassi antidecubito) sono dispositivi medici utilizzati in prevenzione o coadiuvanti la cura delle lesioni da pressione (piaghe da decubito) provocate o acutizzate a causa dalla permanenza prolungata in un letto del paziente impossibilitato a muoversi. Grazie alla loro tecnologia, questa tipologia di superfici hanno la capacità di ridistribuire e scaricare la pressione in modo dinamico, alleviando e modificando i punti di contatto tra la superficie d’appoggio e il corpo.
L’attività di pulizia e sanificazione della superficie antidecubito e del relativo compressore rientra nelle attività di manutenzione ordinaria. Questo tipo di presidi per la funzione che svolgono, per il contatto prolungato con il paziente ed il personale sanitario, necessitano di una pulizia specifica da svolgere ad intervalli regolari. La procedura dovrà essere certificata ed in grado di garantire l’abbattimento della carica batterica con conseguente distruzione dei microrganismi patogeni.
La pulizia non basta: l’importanza di rimuovere batteri e agenti contaminanti
Se con il termine “pulizia” indichiamo tutte le attività atte a rimuovere polvere, materiale non desiderato o sporcizia dalle superfici, le operazioni di sanificazione riguardano tutte quelle procedure impiegate per rendere sani i dispositivi mediante la distruzione o l’inattivazione dei microrganismi patogeni. In questo caso si tratta di azioni ben più approfondite della semplice pulizia e che spesso sono accompagnate anche dall’utilizzo di detergenti/disinfettanti adeguati a svolgere un’azione microbicida.
Pur essendo classificato come “superficie non critica”, il letto ospedaliero (o domestico dotato di una superficie antidecubito) è comunque una superficie frequentemente esposta al contatto con il paziente e con coloro che svolgono assistenza, per questo motivo esposta al rischio di contaminazione da microrganismi patogeni e non.
Ne consegue l’importanza delle procedure adottate per la sanificazione sia nell’uso quotidiano che ad ogni cambio paziente (periodico) così come riportato nell’articolo della D.ssa Alessandra Vernacchia (Infermiere Forense e Legale specializzato in Wound Care) (vai all’articolo):
Secondo la letteratura infermieristica, riconosciamo due tipi di disinfezione: regolare e terminale. La disinfezione regolare è riferita all’attività di pulizia effettuata ogni giorno sull’Unità del paziente e che dovrebbe riguardare anche gli oggetti che lo stesso usa.
La disinfezione terminale considera tutte le parti e gli elementi dell’unità con particolare riguardo al letto nel momento in cui il paziente viene dimesso, se è deceduto o addirittura trasferito in isolamento per aver contratto un’infezione ospedaliera.
Quest’ultima disinfezione, che appare essere molto più accurata, dovrebbe essere effettuata in maniera intermedia anche quando si tratta di un ricovero che si protrae per lungo tempo.
L’esigenza di protocolli di intervento per la pulizia e sanificazione dei dispositivi e degli ambienti.
La Legge Gelli Bianco 24/2017 ha ulteriormente sottolineato tali aspetti: si cita testualmente: “La sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute ed è perseguita nell’interesse dell’individuo e della collettività. La sicurezza delle cure si realizza anche mediante l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie e l’utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative.
È noto che le superfici ambientali contaminate agiscono come reservoir per i microrganismi, aumentando il potenziale rischio di contaminazione incrociata attraverso il contatto diretto e/o indiretto con il paziente. Nei casi di endemia ospedaliera, se non si interviene anche sull’ambiente ed i suoi arredi, difficilmente si riuscirà a risolvere la problematica. La sanificazione pertanto rappresenta una procedura indispensabile per prevenire e contenere gli eventi infettivi durante il ricovero.
In ambiente ospedaliero possiamo fare un distinguo tra:
- pulizie ordinarie (interventi di carattere continuativo e routinario da fornire secondo frequenza e tipologie stabilite),
- pulizie periodiche (interventi di pulizia più profonda da svolgersi a cadenze prestabilite)
- pulizie straordinarie (gli interventi cosiddetti imprevedibili che si rendono necessari per esigenze occasionali).
È fondamentale che tutti gli interventi di sanificazione rispettino le Linee Guida (basate sulle evidenze scientifiche) e siano inseriti in un piano di programmazione in grado di articolare e definire le diverse attività secondo le specifiche necessità dell’organizzazione.
L’obiettivo principale da prefiggersi è l’identificazione di aree prioritarie ed indicatori di processo, esito e outcome clinico per il controllo dell’igiene degli ambienti sanitari finalizzato al contenimento del rischio di infezioni correlate a contaminazione ambientale
Solitamente gli interventi di sanificazione vengono definiti rispetto alle caratteristiche delle aree da pulire (ogni ambiente) e degli arredi. Questo approccio vale sia per le strutture Ospedaliere sia per le Strutture Sanitarie Assistenziali (RSA) dislocate sul territorio.